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Il Bosco Diffuso di Pianura

Si tratta di una rete di terreni di privati cittadini messi a disposizione per la naturale rinaturalizzazione.

Resistenza Terra corrisponde, in cambio delle finalità del progetto, un contributo per il mantenimento del terreno.

Come nasce l'idea

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L’idea si sviluppa nel solco dell’esperienza pregressa di piantumazioni effettuate da Resistenza Terra, per cui, con il cambiamento climatico e con le temperature in costante aumento, risulta molto complicato mantenere in vita piante da vivaio, nonostante l’impegno di innaffiatura portato avanti della rete dei volontari. La strada della rinaturalizzazione è supportata dal parere positivo di esperti naturalisti e agronomi che la ritengono una strada da percorrere.

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Inoltre, il progetto nasce così strutturato anche per la mancanza di terreni pubblici piantumabili, nonostante il bando Mettiamo Radici per il Futuro erogato dalla Regione Emilia-Romagna: seppure gli alberi siano donati gratuitamente e in grandi quantità, la difficoltà sta, anche con la volontà da parte delle amministrazioni - con cui abbiamo dialogato – nel trovare spazi a disposizione per piantarli, oltre che come già detto, nel mantenimento delle piante stesse, in capo nel nostro caso a una rete di volontariato. 

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Ma come funziona?

La proprietà si impegna a lasciare l’area alla libera evoluzione, non intervenendo o interagendo con lo sfalcio dell’erba o l’eliminazione di alberi o arbusti, con l’introduzione di prodotti chimici o con lavori di qualsiasi tipo che possano disturbare l’evoluzione naturale. Si impegna a rispettare l’habitat che si verrà a creare. 

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Resistenza Terra corrisponderà il contributo forfettario di 350 euro all'anno per ogni ettaro, al fine di risarcire alla proprietà le tasse e le spese di mantenimento e gestione del terreno. 

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